31 gen 2009

LEI SALE O SCENDE?

Viene di seguito riportato il testo di una lettera inviata ad un'agenzia di assicurazioni in seguito ad un incidente sul lavoro.

"Vi scrivo in risposta alla vostra richiesta di maggiori informazioni in merito all'incidente occorsomi in data 24 marzo. Nella sezione ho scritto "pianificazione insufficiente", ed ora mi accingo ad esporvi i fatti più dettagliatamente.
Io sono un operatore in una stazione radio locale, e quel giorno mi trovavo da solo a lavorare sulla cima della nostra torre di ripetizione, dell'altezza approssimativa di 25 metri. Dopo aver completato le riparazioni, mi accorsi di aver portato sulla cima, nel corso dei miei numerosi viaggi su e giù, materiali vari per un peso complessivo intorno ai 140 kg. Decisi così che non era il caso di trasportare a terra a mano tutte le attrezzature, operazione che mi avrebbe occupato diverse ore, ed approntai invece una piccola carrucola. Fissai al terreno un'estremità della corda, quindi risalii e caricai i materiali all'altro capo della fune in una grossa cesta.
Tornato al suolo, slegai la fune in modo da far scendere delicatamente il carico.
Noterete, nei miei referti medici, che il mio peso è di soli 75 kg.
Fui talmente sconvolto dall'essere lanciato in aria che persi lucidità mentale e strinsi sempre più la presa sulla fune, che continuava a portarmi verso l'alto.
Ad un'altezza di circa 12 metri, incontrai la cesta dei materiali. Questo spiega il mio trauma cranico e la lussazione di spalla e clavicola.
Rallentai solo un poco, e continuai la risalita fino alla cima, mantenendo la presa nonostante le profonde lacerazioni alle dita della mano destra dovute allo strusciare della corda, finché non raggiunsi la cima.
Non feci in tempo a domandarmi come avrei potuto fare a scendere, perché il fondo della cesta cedette a causa dell'impatto al suolo. A questo punto c'ero io, 75 kg, ad un'estremità della fune e la cesta vuota, 10kg, all'altra.
La discesa fu ancora più rapida della salita, e all'incirca a 12 metri dal suolo incontrai la cesta. Questo spiega la doppia frattura alle caviglie e le ferite lacero-contuse alle gambe. Fortunatamente, però, questo urto rallentò la mia caduta; così l'impatto con i materiali precipitati al suolo precedentemente mi procurò solo tre vertebre incrinate.
Mi vergogno però nell'ammettere che la mia mente si annebbiò per il dolore, e non fui abbastanza lucido per mantenere la presa sulla corda.
Guardando in alto, vidi la cesta avvicinarsi sempre di più...

CARA, TI LASCIO...

1998, Buenos Aires
Nel febbraio del 1998 un venticinquenne operaio del quartiere di Boedo, a Buenos Aires, al termine di una violenta lite con la moglie ventenne fu preso da uno scatto d'ira e scagliò la consorte dal balcone dell'ottavo piano del palazzo in cui abitavano.
Il giovane notò però con disappunto che la donna si era impigliata nei cavi dell'alta tensione sottostanti, rimanendo così sospesa a mezz'aria diversi metri sopra il livello della strada. Immediatamente si gettò anch'egli dal balcone.
Non sappiamo se lo fece per finire il lavoro o perché colto da compassione avesse deciso di tentare un salvataggio, sta di fatto che non riuscì in nessuno dei due intenti: mancò completamente i cavi, finendo la propria corsa sul duro asfalto venti metri più in basso.
La moglie fu tratta in salvo dagli abitanti dell'appartamento sottostante.

CORRERE SI, MA DALL'ALTRA PARTE!!!

16 luglio 2008, Italia.
Gerhard Adolf Zeitler Plattner, 68 anni, si trovava in coda ad un semaforo a bordo del suo nuovissimo Porsche Cayenne.
Come purtroppo tutti noi Italiani sappiamo, nel nostro Belpaese non è raro trovare passaggi a livello che intersechino strade in prossimità di un incrocio, dove quindi il traffico è tutt’altro che scorrevole; siamo dunque sufficientemente avveduti da non restare intrappolati tra le sbarre con l’auto a cavallo delle rotaie.
Il nostro amico Gerhard no.

Prima legge di Murphy: se una cosa può andar male, lo farà.

Non appena il signor Zeitler Plattner si trovò sui binari, fermo a causa del semaforo rosso, il passaggio a livello si chiuse precludendogli la fuga in auto. Resosene conto, l’incauto turista abbandonò la lussuosa auto correndo a perdifiato… incontro al treno!
L’idea del malcapitato era di far sì che il macchinista lo notasse ed arrestasse la locomotiva lasciando indenne la preziosa auto.
L’astuto piano riuscì solo in parte: i danni alla Porsche furono molto inferiori di quelli subiti dal proprietario, colpito con forza sufficiente da scagliarlo a più di trenta metri di distanza. I tentativi di soccorso furono inutili.

Morale della storia: meglio non seguire l’istinto di auto-conservazione.

29 gen 2009

Lettera Aperta al Popolo di Darwin

Caro Popolo di Darwin,
si, parlo proprio con voi lettori, da sabato 31 saranno pubblicate, per la prima volta su un blog appositamente dedicato, le assurde quanto vere storie delle morti più stupide al mondo.
I Darwin Awards sono premi conferiti ogni anno alle morti più stupide, inutile dire che nella loro tragicità, queste grottesche storie fanno letteralmente schiattare dalle risate.
Lo Staff pubblicherà ogni giorno una storia tradotta direttamente dagli archivi americani di questi rinomati premi. Voleremo dai più moderni racconti ai classici.
Inoltre ognuno di voi potrà scrivere liberamente allo Staff per raccontare una storia che ritiene candidabile ai Darwin Awards, le migliori saranno pubblicate sul blog.
Tenetevi pronti! State per essere spazzati via da un’ondata di storie deliranti!